Reggio Emilia, dal 24 aprile all'8 giugno 2025

Con il tema “Avere vent’anni”, la ventesima edizione di Fotografia Europea trasforma Reggio Emilia in un osservatorio sul significato della giovinezza oggi. Dal 24 aprile all’8 giugno 2025, i Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, il Palazzo dei Musei e altri spazi della città accolgono mostre di grandi nomi della fotografia e di giovani esordienti, in un dialogo tra generazioni, culture ed esperienze.
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Il festival, guidato ancora una volta dalla direzione artistica composta da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart, propone una riflessione su un’età di contrasti: quella in cui si è adulti, ma spesso ancora fragili, in cerca di identità e futuro. La continuità curatoriale, ormai consolidata, solleva anche interrogativi sulla capacità della manifestazione di rinnovarsi davvero e di mettere in discussione i propri stessi strumenti.
L’impostazione tematica, da sempre cifra distintiva del festival, rischia oggi di ridurre la fotografia a semplice supporto narrativo, privilegiando ciò che si legge sulla sua superficie, piuttosto che ciò che interroga la natura stessa del medium. Manca una vera ricerca formale e concettuale che esplori le pratiche contemporanee, anche quelle legate al post-fotografico, all’immagine generata e all’intelligenza artificiale, ambiti ancora largamente assenti.
Tra i progetti esposti spicca la retrospettiva dedicata a Daido Moriyama, maestro giapponese della street photography, accanto al lavoro di Andy Sewell sulla crisi ecologica, e quello di Ghazal Golshiri e Marie Sumalla sulla rivolta iraniana seguita alla morte di Mahsa (Jina) Amini. Tante le prospettive giovanili, come quelle della scena underground di Tokyo con Kido Mafon o della Generazione Z in alcuni Paesi post-sovietici con Toma Gerzha.
Significativa l’attenzione alle nuove forme di manifestazione e insurrezione ad Hong Kong in How Was Your Dream? di Thaddé Comar, così come i progetti Silent Spring di Michele Borzoni e Rocco Rorandelli e Electric Whispers di Rä di Martino.
Non manca nemmeno quest’anno il consueto omaggio a Luigi Ghirri, con la mostra Lezioni di fotografia. Un tributo importante, ma che, reiterato a ogni edizione, rischia oggi di sovraccaricare un’eredità già ampiamente assimilata, a scapito di nuove voci e ricerche.
Fotografia Europea 2025 resta un festival ricco e stratificato, che offre spunti preziosi per riflettere sul presente. Ma se vuole continuare a essere un punto di riferimento nazionale e internazionale, dovrà forse osare di più: ripensare i propri formati, accogliere il nuovo senza filtri e interrogarsi non solo sul mondo che la fotografia racconta, ma anche sulla fotografia stessa.